mercoledì, ottobre 24, 2007

La lettera

La donna vestita di bianco comincio' a leggere ad alta voce.
"Cara Valeria,un anno fa o giu' di lì ho fatto un sogno.
Quando mi sono svegliato,mi ero reso conto che lo ricordavo benissimo,ogni immagine era nitida ed e' poi divenuta indelebile. Ero in un letto con una donna.Stavamo facendo l'amore.La faccia di lei era chiarissima,scolpita dentro i miei occhi,ma non l'avevo mai incontrata prima di quel sogno.
Nessuna che conoscessi,nessuna che avessi neppure sfiorato distrattamente tra la folla.Sapevo pero' che se l'avessi incontrata un'altra volta dopo quel sogno l'avrei riconosciuta.Ricordo che mai l'amore fu cosi' intenso.Cosi' completo e nello stesso tempo pulito.Un distillato d'amore.Ricordo anche quella stanza.Aveva una porta finestra che si affacciava su un piccolo cortile,come la nostra. E ricordo di essermi svegliato con il cuore che mi batteva furiosamente.Da allora aspettavo quella donna.Quella mattina ho pensato che un giorno,prima o dopo,lei sarebbe arrivata.L'altra sera nella penombra ho riconosciuto quel corpo e quel volto. E ho pensato,mentre ti accarezzavo la schiena e infilavo una gamba tra le tue,che eri un violino lungo abbandonato nell'erba e che finalmente il vento passava tra le sue corde e tornava a farlo suonare.
Tu sei una musica,la tua voce e' musica,il tuo corpo e' musica,la tua testa e' musica.Non ho niente da chiederti.In poche ore mi hai riempito con la tua generosita' di cose ,sensazioni,emozioni.Mi hai meravigliato,mi hai fatto ridere e piangere.Mi hai fatto sentire a casa,in un posto dal quale non sono venuto piu' via.Non era mai accaduto.
Nessuno nella vita mi aveva mai fatto questo regalo.Lo hai fatto tu,con gesti semplici,con il grido dietro la porta,con la tua acqua e menta.
Non so che cosa ho da darti.Forse un giorno me lo dirai tu.Avremo piu confidenza,avremo tempo dietro le nostre spalle e abbracci risate litigi e lunghi e dolenti addii.So soltanto che amo di te anche cio' che fa male e che non esiste amore senza spavento.Da parte mia e' tutto".
"Ecco-disse l'infermiera anziana alla giovane collega che l'aveva ascoltata con commossa attenzione-,ogni giorno il paziente della 214 ti consegnera' questa lettera da spedire.E' sempre la stessa da 35 anni.La riscrive uguale ogni mattina.Tu la prendi,gli dici che la spedirai,poi la stracci e la butti nel cestino.Cosi'".
"Ma e' una lettera bellissima....Lei chi era?"
"Una puttana di 17 anni.La soffoco' con un cuscino".
Dal giorno successivo la nuova e giovane infermiera ritiro' le lettere del 214 e le porto' a casa.Le leggeva e le rileggeva tra le lacrime.
Sapeva che nessun altro l'avrebbe mai amata in quel modo.
(...)

sabato, ottobre 13, 2007

FREEBATASUNA!!!

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